L’ impiego di nanoparticelle offre grandi potenzialità e nuove prospettive in applicazioni diagnostiche e terapeutiche. Nonostante il rapido progresso e l’accettazione iniziale della nanobiotecnologia, gli effetti avversi sulla salute umana dovuti ad esposizione prolungata a varie concentrazioni di materiale nanometrico non sono stati ancora stabiliti. Nell’intervallo nanometrico, i materiali possono presentare caratteristiche chimico-fisiche ben diverse rispetto alle particelle di dimensioni più grandi ma di uguale composizione. Proprietà quali l’elevata area superficiale, l’alta reattività chimica e la capacità di attraversare le membrane cellulari che vengono sfruttate dalla ricerca e dall’industria, sono le stesse che potrebbero determinare effetti avversi. Infatti il comportamento delle nanoparticelle all’interno delle cellule, insieme alla risposta metabolica e immunologia è ancora poco chiaro. Al fine di identificare gli effetti avversi a livello cellulare che potrebbero dar luogo ad effetti sanitari, la valutazione della citotossicità delle nanoparticelle mediante tecniche sensibili è un approccio essenziale.